Ciao mamma il mio cellulare è caduto e si è rotto, ti chiamo da quello di un amico. Non posso accedere all’app della banca senza cellulare, ma devo pagare la riparazione. Potresti fare tu il bonifico? Ti invio l’IBAN”. Questo messaggio è uno dei tanti tentativi di truffa effettuati su internet e comunemente chiamati phishing, dei veri e propri attacchi informatici, durante i quali vengono inviate e-mail, sms o persino messaggi WhatsApp o Facebook malevoli, scritti appositamente con lo scopo di spingere la vittima a cadere in una trappola. Oltre ai tentativi di estorsione di denaro, spesso l’intento degli hacker è quello di portare gli utenti a rivelare informazioni bancarie, credenziali di accesso o altri dati sensibili, fingendosi un ente affidabile, nell’ambito di una comunicazione digitale, replicando, in alcuni casi perfettamente, loghi e pagine web dell’ente al quale si sostituiscono. Nonostante tutte le procedure, più o meno note, il punto debole della catena di sicurezza rimane sempre l’essere umano, che deve essere formato a dovere per non cadere nella trappola del phishing. E voi? Come proteggete voi stessi, le vostre aziende ed i vostri dipendenti da questi attacchi, molto più comuni di quanto si possa pensare?

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